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LA MARCIALONGA E' UN AFFARE DI FAMIGLIA

Un'intervista a tre famiglie unite da questo grande evento - parte 1

LA MARCIALONGA E' UN AFFARE DI FAMIGLIA

Data news12.12.2018

LA MARCIALONGA È UN AFFARE DI FAMIGLIA
Un'intervista a tre famiglie unite da questo grande evento

La Marcialonga è un vero e proprio affare di famiglia!
La passione per la Granfondo ha coinvolto in tanti anni ragazzi e ragazze, diventati poi padri e madri e che hanno a loro volta coinvolto i propri figli. Negli anni questi figli sono cresciuti, insieme all’entusiasmo per questo evento, continuando a tramandare la tradizione di famiglia.
Vi raccontiamo la storia di tre famiglie in cui tre intere generazioni partecipano insieme alla Marcialonga in qualità di concorrenti, volontari e tifosi ed il cui legame è davvero molto particolare.

Una famiglia in gara
Si tratta della famiglia di Luigi Delvai, uno dei mitici senatori della Granfondo. Dalla scorsa edizione, da quando il nipote più grande ha compiuto i diciotto anni, si ritrovano al via della gara regina lui, il figlio Edy ed il nipote Patrick. Ma non solo. Anche la figlia di Luigi partecipa alla competizione con il marito, mentre gli altri nipoti sono impegnati nella Young, nella Mini e nella Baby per un totale di ben dieci concorrenti attivi nei vari eventi all’interno dello stesso gruppo famigliare.

Cos’è per te la Marcialonga?

Luigi. La Marcialonga è una filosofia di vita. È impegno, è sacrificio, è rispetto, ma anche soddisfazione. Ancora adesso riesco ad arrivare nei primi duemila. Una volta significava anche rivalità con gli altri concorrenti e con gli altri senatori. Ora l’età è cambiata e si pensa ad arrivare in fondo, ma mi difendo ancora bene. Ogni volta che arrivo a Cavalese mi dico: “Anche questa è fatta, pensiamo alla prossima!”.

Edy. Prima di tutto è una sfida con sé stessi, ma le prime edizioni che ho fatto era una sfida anche con papà. Ricordo che passavo nei vari paesi e chi mi conosceva mi diceva: “Tuo papà è passato già da un bel po’”. Piano piano il divario è diminuito e sono riuscito a raggiungerlo, anche se lui partiva avvantaggiato rispetto a me. Con gli anni la componente agonistica è diminuita e ho iniziato ad affrontare la Marcialonga con una filosofia diversa, più tranquilla e meno focalizzata sul tempo, però l’impegno c’è sempre.

Patrick. Fatica! È stata dura l’anno scorso. Al di là di questo significa mantenere la tradizione iniziata con il nonno. E poi la Marcialonga è la gara che tutti gli sciatori vogliono fare.

Come si vive la vigilia della Marcialonga in casa?

Luigi. La vigilia della Marcialonga è la mia Melatonina. Non mi perdo nemmeno un evento: Story, Mini e Young. E poi il telefono è rosso, continua a squillare: ci si confronta soprattutto sulla sciolina da mettere, da sempre preparo gli sci da solo. Mi è ancora successo di mettere una sciolina e poi alzarmi alle due del mattino per cambiarla. Poi a casa preparo tutto, faccio una cena normale e quando vado a letto sono davvero stanco. Per questo è la mia melatonina!

Edy. La viglia della Marcialonga è un tour de force. Vado a Lago di Tesero piuttosto presto e trovo sempre skimen ed esperti, così cerco di “rubare” qualche consiglio per la sciolina del giorno dopo. Prima di preparare i miei sci e quelli di Patrick, si pensa ai piccoli della Mini ed i ragazzi della Young. Si arriva la sera piuttosto stanchi, quindi si cena e si va a letto presto.

Patrick. Sono tutti nervosi, soprattutto la mamma. La mattina vado a scuola e quando torno inizia a dirmi di prepararmi, di non dimenticarmi niente… che agitazione!

Qualche parola per descrivere gli altri due…

Luigi. Patrick è un ragazzo con tante qualità ma ancora manca di fiducia e non riesce a sfruttare a pieno le sue potenzialità. Edy è una grande soddisfazione, così come mia figlia Michela. Mi hanno seguito nello sport, nella U.S. Stella Alpina e hanno trasmesso valori e passione ai propri figli.

Edy. Patrick ha buone capacità, ma ancora non riesce a gestirsi perchè è troppo testardo. Papà invece è la tenacia fatta persona. Ha una forza di volontà incredibile.

Patrick. Papà è come una bomba, che può esplodere in senso positivo ma anche negativo; e allora è un casino. Il nonno invece è un grande esempio.



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